Alta Valtellina, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio.
Questo percorso regala sempre moltissime emozioni, in qualsiasi condizioni meteo ci si ritrovi riesce sempre ad emozionarti e riempirti gli occhi di panorami magici fatti di colori e di vasti spazi.
Risalita la Val Zebrù, arrivati alla Baita del Pastore ( Mt. 2160 ), abbiamo lasciato il verde brillante dei pascoli e dei boschi per immergerci subito nel grigio dei calcari delle morene che, accanto alla perfetta mulattiera, ci hanno accompagnati fino al Rifugio Quinto Alpini ( Mt. 2877 ). L’ospitalità di questo “nido d’aquila” è come sempre impeccabile e, come ormai da diversi anni, anche la fedele Foxi è arrivata nonostante il terribile temporale della notte.
La mattina seguente, sotto ad un cielo che non voleva svegliarsi scendiamo verso la valle per imboccare il sentiero che, con ripidi tornanti e con l’aiuto di alcuni cavi e scalini, ci ha permesso di raggiungere il Passo Zebrù ( Mt. 3005 ). Qui si respira ancora l’aria di quegli anni che hanno visto il Regio Esercito impegnato a difendere i confini di un regno che stava per essere invaso. La storia non la possiamo di certo cambiare, possiamo soltanto guardarci attorno e osservare il filo spinato abbandonato sulle rocce, le assi di legno che coprivano i baraccamenti di quei ragazzi che qui hanno perso la vita. Lo sguardo riesce a spingersi però oltre la storia e raggiunge le alte vette che ci circondano: il Gran Zebrù sopra di noi, il Monte Cevedale e il Monte Pasquale sembrano vicini, i bianchi ghiacciai che li separano del San Matteo e dal Tresero sono accarezzati adesso da leggere nubi. Veloci scendiamo in val Cedec raggiungendo il Rifugio Pizzini ( Mt. 2706 ). Da qui scegliamo il sentiero per raggiungere l’Albergo Rifugio dei Forni invece della monotona e trafficata strada gippabile. Troviamo ancora resti degli alloggi dei militari proprio prima di iniziare la vera e propria discesa verso il posteggio e l’albergo. Nonostante l’acqua e la grandine, percorrere la val Cedec è sempre affascinante per via della bella balconata con vista ininterrotta sui ghiacciai dei Forni e della val Cedec. Raggiunta la nostra meta ci siamo potuti riparare e riposare per affrontare il giorno successivo l’ultima tappa di questo anello ricco di panorami e di colori. Dal Rifugio dei Forni ( Mt. 2160 ) il panorama torna ad essere nuovamente verde brillante, pascoli e boschi di pino cembro ci tengono compagnia in questo piacevole susseguirsi di vallette ricche di acqua. La vista raggiunge facilmente il passo del Gavia e, purtroppo, si perde nelle nuvole che riempiono la Valle Camonica impedendoci così di scorgere l gruppo dell’Adamello. Pausa quasi obbligatoria all’agriturismo Ables ( Mt. 2200 ) per un’ottima fetta di torta e un buon caffè prima di riprendere il percorso, sempre fra boschi e verdi pascoli per raggiungere le Baite del Confinale ( Mt. 2300 ) dove l’accoglienza è veramente super; come essere a casa! Con la pancia piena proseguiamo il nostro percorso per riavvicinarci alla Val Zebrù e, giunti alle Baite di Cavallaro ( Mt. 2280 ), la nostra strada finalmente scende per giungere al ponte che ci ricongiunge alla strada principale che in poco arriva a Niblogo ( Mt. 1600 ) dove il nostro percorso termina.
Tre giorni magici, con persone di ottima compagnia in un ambiente unico.